Il Decreto Salva Casa è un provvedimento legislativo che ha apportato modifiche significative al Testo Unico Edilizia.
Questo è stato fatto con l’intento di semplificare e chiarire le procedure di regolarizzazione per i proprietari di immobili. Questo decreto ha introdotto nuove tolleranze costruttive per alcune difformità edilizie, oltre a offrire strumenti come la CILA tardiva per regolarizzare interventi che non necessitano di sanatorie. Le innovazioni sono state accolte positivamente da molti proprietari, poiché consentono di affrontare in modo più agevole alcune problematiche legate agli abusi edilizi.
Una delle principali novità introdotte dal decreto riguarda l’articolo 34 bis del Testo Unico Edilizia, che ora prevede tolleranze costruttive per interventi realizzati entro una certa data. Gli interventi edilizi completati entro il 24 maggio 2024 beneficiano di una tolleranza variabile dal 2% al 6%, a seconda della superficie utile dell’unità immobiliare, mentre quelli successivi a tale data godono di una tolleranza standard del 2%. Questa modifica ha lo scopo di facilitare la regolarizzazione di piccole difformità edilizie senza la necessità di una sanatoria formale, riducendo così il carico burocratico e i costi per i proprietari.
Decreto Salva Casa cambia tutto per i proprietari
Tuttavia, il decreto stabilisce che non tutte le difformità possono essere sanate tramite queste tolleranze. In particolare, le difformità che derivano dalla mancanza di un titolo abilitativo o che sono state realizzate in violazione delle norme urbanistiche comunali o di altre normative settoriali, come quelle antisismiche, antincendio o igienico-sanitarie, non rientrano tra quelle sanabili. Nei casi più gravi, la pubblica amministrazione può ordinare la demolizione dell’abuso e il ripristino dello stato originario dei luoghi. Solo successivamente, e in casi limitati, potrebbe essere possibile sostituire la demolizione con una sanzione pecuniaria, come previsto dalle nuove disposizioni dell’articolo 9 bis del Testo Unico Edilizia.
Un’altra innovazione importante riguarda la possibilità di presentare una CILA tardiva, che consente di regolarizzare alcuni interventi edilizi non comunicati tempestivamente. Questa opzione è particolarmente utile per interventi di manutenzione straordinaria leggera, restauro e risanamento conservativo leggero, o per l’eliminazione delle barriere architettoniche. La mancata comunicazione all’inizio dei lavori comporta una sanzione pecuniaria di 1.000 euro, che viene ridotta di due terzi se la comunicazione è effettuata spontaneamente durante l’esecuzione dei lavori.
Il Testo Unico Edilizia distingue tra tre tipi di difformità: variazioni essenziali, abusi parziali e totale difformità. Ciascuna categoria prevede un percorso di regolarizzazione diverso. Il Decreto Salva Casa ha introdotto nuove casistiche per la regolarizzazione di interventi effettuati in parziale difformità, come ad esempio le varianti in corso d’opera. Questi interventi possono essere regolarizzati tramite la presentazione di una SCIA e il pagamento di una somma stabilita.
Nonostante le innovazioni introdotte dal decreto, resta aperta la questione della definizione di “abuso parziale” e “abuso totale”, che la giurisprudenza amministrativa ha evidenziato come un vuoto normativo. La sentenza del TAR Lazio n. 17619/2024 ha sottolineato la mancanza di una definizione chiara e precisa di queste categorie nel Testo Unico Edilizia, indicando la necessità di un intervento legislativo che potrebbe migliorare ulteriormente l’efficacia delle nuove disposizioni.
Il Decreto Salva Casa rappresenta un passo avanti nella semplificazione delle procedure edilizie e nella facilitazione della regolarizzazione di difformità minori, ma solleva anche interrogativi che richiedono ulteriori chiarimenti normativi per garantire una completa ed efficace applicazione delle nuove regole.