Il diario on the road di Bruce Springsteen per lui suonare dal vivo è come respirare, un’attività che rappresenta una parte fondamentale della sua essenza artistica e personale. Dopo la lunga pausa imposta dalla pandemia, ha fatto promesse di un ritorno on the road che si prospetta come una vera e propria festa.
Al suo fianco, l’ineffabile E Street Band, un ensemble di musicisti che lo accompagna da più di cinquant’anni . Questo nuovo giro, che si estende per gli Stati Uniti, l’Europa e il Canada nel 2023, è documentato nel film “Road Diary: Bruce Springsteen And The E-Street Band”, diretto dal vincitore di un Emmy, Thom Zimny. Dopo la sua premiere al Toronto Film Festival, il documentario arriva anche alla Festa del Cinema di Roma e sarà disponibile su Disney+ a partire dal 25 ottobre.
Un aspetto interessante della vita di Springsteen in questi giorni è anche il suo coinvolgimento attivo nella scena politica. Infatti, nei prossimi giorni, il rocker americano parteciperà a due comizi di Kamala Harris per esprimere il suo appoggio. Un impegno che testimonia non solo la sua passione per la musica, ma anche la sua volontà di impegnarsi per cause più grandi, facendo sentire la propria voce in un momento di cambiamenti sociali e politici. L’aspetto sociale ed artistico di Springsteen si intreccia ulteriormente con il suo ruolo come autore e coprotagonista del film documentario, che si propone di raccontare non solo la musica, ma anche le storie umane dietro le quinte, i legami e le esperienze vissute insieme ai membri della sua band.
Un viaggio musicale e personale il diario on the road
Nel film, Zimny riesce a catturare l’essenza di Springsteen, che nel corso della sua lunga carriera ha saputo combinare sperimentazione e passione. Le interviste con personaggi chiave come il produttore musicale Jon Landau e con i membri della band, come Steven Van Zandt e Max Weinberg, offrono uno sguardo inedito su un mondo spesso avvolto dal mistero. Ma non si tratta solo di musica: ci sono riflessioni personali e aneddoti che emergono, creando un affresco ricco di emozioni.
Un momento particolarmente toccante è rappresentato dalla testimonianza di Patti Scialfa, moglie di Springsteen e un’assidua componente della sua band, che racconta la sua difficile decisione di allontanarsi dai tour a causa della diagnosi di mieloma multiplo nel 2018.
Un personaggio instancabile
Zimny riesce a ritrarre il Boss per quello che è: un artista instancabile, creativo e profondamente umano, allergico alla superficialità e sempre alla ricerca di nuove strade da percorrere. Il suo desiderio di raccontare la vita e la morte, e tutto ciò che si trova nel mezzo, emerge in modo potente durante le sue esibizioni. Con una scaletta di tre ore di musica, Springsteen si impegna a mostrare chi è in questo momento della sua vita. Come spiega lui stesso: “Fare musica invecchiando è un affare interessante e complesso. Io ho l’intenzione di continuare, fino alla fine, finché la band mi seguirà.” Dopo oltre cinquant’anni di carriera, per lui c’è solo una cosa da fare: continuare a suonare.