Recentemente, Edoardo Bennato ha rilasciato un’intervista dove non ha nascosto la sua stima nei confronti di un talentuoso calciatore che, però, non è del Napoli. Le sue parole, condensate in frasi che svelano una passione autentica, rivelano un artista che sa apprezzare non solo la musica, ma anche lo sport, soprattutto il calcio.
Un’ammirazione che fa da ponte tra la sua carriera musicale e il mondo del pallone, un campo dove emozioni e talento si intrecciano in modi inaspettati. Edoardo non ha risparmiato complimenti nei confronti di Federico Dimarco, ecco, il giocatore che, secondo lui, potrebbe valere l’intera Inter. “C’è qualcosa di fatato nel suo sinistro,” ha affermato il cantante, che ha rivelato di seguire il giovane dal passato più recente.
Le sue prestazioni sul campo attirano l’attenzione, non solo dei tifosi e degli esperti, ma anche di chi, come Bennato, riesce a percepire il valore e il talento. Ma non è solo Dimarco ad aver catturato il suo interesse: nomi come Lobotka e McTominay sono stati citati come esempi di giocatori che si distinguono per la loro magia e talento. Queste parole ci danno un’idea di un artista che vive il calcio con la stessa intensità con cui compone le sue canzoni, una connessione che rende il suo punto di vista davvero unico.
Edoardo Bennato: la sua visione sul tifo e le curve
Passando ad un argomento più spinoso, il tema del tifo ha acceso una discussione. Edoardo ha affermato, con un tono diretto, che il tifo può essere paragonato a una “droga collettiva”, qualcosa che unisce ma che allo stesso tempo può deviare verso strade più oscure.
Si è dichiarato consapevole del problema legato alla violenza negli stadi, considerando come certa parte del tifo possa portare a situazioni non sempre piacevoli, quasi come se i tifosi fossimo facili prede di dinamiche che esulano dal puro sport. Un’opinione critica e sincera che fa riflettere su come il calcio possa essere un fenomeno di massa vitale e, al contempo, rischio di deriva.
Idoli sportivi: da Panatta a Sofia Raffaeli
Nel suo racconto, Bennato non ha tralasciato di menzionare alcuni dei suoi idoli sportivi, quelli che hanno lasciato un segno nel suo cuore e nella sua mente. Parlando di non calciatori, ha espresso la sua ammirazione per Adriano Panatta, un tennista che non ha solo conquistato trofei ma ha anche rappresentato un simbolo di eleganza e fascino, e Pietro Mennea, il leggendario velocista. Di Mennea ha sottolineato come, nonostante le avversità, sia riuscito a diventare un campione. Questa attenzione verso figure del mondo sportivo che hanno lottato e si sono distinti non solo in base alla forza fisica, ma anche alla determinazione mentale, rispecchia l’idea di Bennato che lo sport sia soprattutto una questione di “cervello, non muscoli”. E se parliamo di ginnastica, Sofia Raffaeli ha conquistato il cuore dell’artista: “Le ginnaste fanno cose pazzesche,” ha detto.
In questa intervista, Edoardo Bennato ci offre una chiave di lettura interessante tra arte e sport, mettendo in luce un legame che va ben oltre il semplice intrattenimento. Con i suoi commenti e la sua passione, trasmette un’immagine di un uomo che sa riconoscere il talento e il valore, sia nel mondo della musica che in quello del calcio.