Un evento speciale animerà il Cinema Barberini di Roma il 30 ottobre. Sarà l’anteprima esclusiva di “La Testimone – Shahed”, film che ha riscosso un enorme successo alla Mostra del Cinema di Venezia.
Questo lungometraggio, diretto da Nader Saeivar e Jafar Panahi, affronta tematiche fondamentali legate alla condizione delle donne in Iran, portando alla luce la lotta contro le ingiustizie e l’oppressione di genere. Non si tratta solo di un film, ma di una testimonianza potente che sfida lo spettatore a riflettere sul coraggio necessario per affrontare la violenza patriarcale in tutte le sue forme.
Inizierà alle 19:30 e, dopo la proiezione, seguirà un intervento di Amnesty International Italia dal titolo “Donna Vita Libertà“. L’attrice Anna Foglietta, che rappresenta l’associazione Una Nessuna Centomila, prenderà parte a questo dibattito. A sua volta, dialogherà con attivisti che si battono quotidianamente per i diritti umani e per la tutela delle donne. Un momento che, di certo, arricchirà l’esperienza cinematografica, dando voce a chi, in Iran, vive nella lotta costante contro l’oppressione.
L’anteprima di “La Testimone – Shahed” non è solo un’uscita cinematografica; è un’opportunità di sensibilizzare il pubblico su questioni cruciali che riguardano il genere e la libertà. Il film, che sarà distribuito in Italia da No.Mad Entertainment dal 31 ottobre, è già stato apprezzato per il modo in cui affronta problemi sociali di attualità. Invita tutti a riflettere, offrendo uno sguardo profondo e necessario sulla resistenza contro le ingiustizie.
La narrazione si concentra su Tarlan, un’insegnante in pensione che ha visto e vissuto l’oppressione delle donne per molti anni. La sua vita si complica ulteriormente quando Zara, la sua figlia adottiva, scompare. Zara non è una donna comune: è una ribelle, una danzatrice, che rifiuta di indossare il velo imposto dal regime. Tarlan, ansiosa di scoprire la verità, si imbatte in un vuoto di giustizia. Il marito di Zara, Solat, un potente uomo d’affari, diventa il suo principale sospettato, ma la polizia si rifiuta di muoversi. Qui inizia un viaggio drammatico, in cui Tarlan è costretta a prendere decisioni difficili. Dovrà affrontare le pressioni politiche, il rischio per la vita dei suoi cari, e la sua personale ricerca di giustizia.
In una società dove la disciplina di genere è un aspetto quotidiano, il film riesce a catturare l’essenza della lotta delle donne contro l’ingiustizia. Ogni scena, ogni dialogo sembra gridare il desiderio di libertà, mostrando come, persino di fronte alla paura, il coraggio possa emergere. Tarlan diventa il simbolo di questa resistenza, rappresentando tutte quelle donne che, nonostante i pericoli enormi, sono pronte a lottare.
Secondo Amnesty International Italia, il film mette in luce la brutalità di una società dove la discriminazione di genere è radicata. Le donne iraniane non si arrendono, nonostante decenni di oppressione. La presenza di personaggi come Tarlan e Zara nel lungometraggio sottolinea non solo l’ingiustizia istituzionale, ma anche le dinamiche di un patriarcato che denigra ogni aspirazione di libertà femminile. Le loro storie sono un richiamo alla solidarietà femminile, un tema che si ripete nella trama e che invita a riflettere su quanto sia importante sostenersi a vicenda.
In questo contesto, il film diventa anche un inno al potere della comunità. Le protagoniste, pur affrontando la violenza e l’oppressione, trovano conforto nel supporto reciproco. La danza, che Zara rappresenta, diventa un atto di resistenza. Quando le lingue del regime cercano di zittire, loro reagiscono danzando, parlando e agendo. La critica al sistema patriarcale è palese, ma la vera forza sta nel messaggio di speranza e coraggio, un elemento che può ispirare sia le donne in Iran che in tutto il mondo.
Il 30 ottobre si preannuncia quindi come una data da segnare sul calendario per chi ama il cinema e crede nella forza dei messaggi sociali. Non si tratta solo di vedere un film, ma di partecipare a un cambiamento.