Michele Placido è senza ombra di dubbio un nome di spicco nel panorama cinematografico italiano. L’attore e regista ci regala l’opportunità di scoprire di più sulla sua carriera e sulle sue passioni nel nuovo episodio di “Stories”, una serie di interviste su Sky Tg24.
In questa nuova puntata, che andrà in onda il 4 novembre, Michele si racconta in un modo assai personale, mettendo in luce non solo la sua professionalità ma anche la sua vita privata e le motivazioni che lo hanno guidato lungo il suo percorso artistico. Il film di Michele Placido, “Eterno Visionario”, sarà nelle sale a partire dal 7 novembre, e promette di svelare gli aspetti più intimi della vita di Luigi Pirandello.
“Parliamo di un uomo che ha dovuto affrontare sfide enormi”, spiega Placido in un’intervista. La pellicola si concentra sul viaggio di Pirandello a Stoccolma per ritirare il Premio Nobel, un momento che si rivela cruciale nella sua esistenza. Qui, in mezzo alla solitudine e all’amarezza, il grande scrittore rivela le sue visioni, parlerà di Agrigento, dei suoi figli e della tumultuosa relazione con la moglie. “Ci sono voluti cinque anni di lavoro per realizzare questo progetto che mi ha toccato nel profondo”, confida l’attore.
Infanzia e prima vocazione: un sogno di sacerdotale
Ma da dove è iniziato tutto? Michele rivela che la sua infanzia è stata segnata da una vocazione quasi religiosa, ispirato da uno zio che ha dedicato la sua vita alla missione. “Il missionario ha viaggiato tra Paraguay e India e io sognavo di diventare prete”, racconta il regista. Tuttavia, il destino lo ha portato su un’altra strada, quella della recitazione. Con una maledetta ironia, Michele parlò del suo percorso, che lo ha condotto dal volere una vita di fede a una ricca carriera nel mondo del cinema.
I primi passi nella settima arte
Il debutto di Michele nel mondo del cinema è avvenuto grazie a Mario Monicelli e al film “Romanzo Popolare”. Al provino, anziché seguire il consueto copione, Monicelli lo ha invitato a raccontare la sua vita. “Gli ho parlato dei miei tre anni di polizia”, spiega Placido. Dopo un’ora di chiacchierate e aneddoti, il regista lo scelse per il ruolo.
“Tutti erano affascinati da Ornella Muti“ aggiunge l’attore, ricordando un episodio in cui chiese a Ornella un bacio, ma ricevette una sventola in cambio! Un’esperienza che è rimasta impressa nella sua memoria e che racconta con un sorriso.
Il peso della fama e il ritorno al teatro: Michele Placido svela tutto
Dopo il successo di “Pizza Connection” e “La Piovra”, Michele ha vissuto un’accresciuta popolarità. “Ho avuto paura che diventando troppo famoso non potessi più dedicarmi al teatro”, ammette con sincerità. Questo è un tema ricorrente nel racconto di tanti attori che, come lui, nascono sulla scena teatrale e si trovano catapultati nel mondo del cinema. Allora ha preso una decisione audace: ha deciso di “suicidare” il suo personaggio per tornare a ciò che ama di più, il teatro.
Dalla polizia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica
La storia di come Michele sia arrivato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica è affascinante quanto inaspettata. “Io, che pensavo avrei fatto carriera nella polizia, ho rincontrato il mio destino grazie a un colonnello”, racconta con orgoglio. Non pensava certo che un incontro casuale avrebbe cambiato il corso della sua vita. Decisivo fu un momento preciso, quando il colonnello lo incoraggiò a seguire il suo sogno artistico. “Plausibilmente, pochi avrebbero immaginato l’impatto che quella conversazione avrebbe avuto sul futuro di Placido.”
Emozioni, famiglia e arte sinergiche
Infine, Michele non può fare a meno di parlare della moglie, Federica Luna Vincenti, con cui condivide una stretta sinergia professionale. “Abbiamo creato una sorta di mente unica”, dice l’attore, sottolineando l’importanza del sostegno reciproco nel loro lavoro. Federica non è solo la sua compagna di vita ma anche colei che contribuisce artisticamente, partecipando in vari modi alla creazione delle loro opere. “Senza di lei nei momenti cruciali del set, non riesco a lavorare, c’è una bellezza che ci unisce”, conclude Placido evidenziando l’importanza di una relazione artistica profonda e significativa.
In questo ritratto di Michele Placido, non solo si delinea la sua carriera stellare, ma anche l’uomo, i sogni e le passioni che lo guidano quotidianamente.