L’anno 2025 segnerà una svolta significativa nel panorama digitale italiano con l’introduzione di nuove regole che renderanno obbligatorio l’uso dello Spid.
Questa mossa, promossa dall’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), è parte di un ampio sforzo per tutelare i minori da contenuti potenzialmente dannosi e per rafforzare la sicurezza online.
Un controllo più rigoroso per l’accesso ai contenuti web
La spinta verso un più rigoroso controllo dell’accesso ai contenuti web nasce dall’attuazione del “decreto Caivano” del novembre scorso. Questo decreto ha imposto agli operatori di siti pornografici l’obbligo di verificare l’età degli utenti, assicurando che solo i maggiorenni possano accedere a tali contenuti. Tuttavia, le nuove linee guida dell’Agcom ampliano questo obbligo anche ai siti di gioco d’azzardo e alle scommesse online, richiedendo un’autenticazione ufficiale per garantire che gli utenti abbiano almeno 18 anni.
Il sistema previsto per la verifica dell’età è innovativo, basandosi su un modello di “doppio anonimato” che salvaguarda la privacy degli utenti. Questo significa che, pur confermando l’età dell’utente, i fornitori di servizi non avranno accesso ai dettagli personali né conosceranno quale specifico servizio richieda la verifica. L’idea è di bilanciare la protezione dei minori con il rispetto della privacy degli adulti, un aspetto cruciale nell’era digitale.
Lo Spid, già ampiamente utilizzato per accedere a molti servizi pubblici in Italia, diventerà uno degli strumenti principali per verificare l’età degli utenti. Tuttavia, non sarà l’unico metodo disponibile. Le linee guida dell’Agcom offrono flessibilità ai fornitori di servizi, consentendo loro di scegliere tra diversi strumenti di verifica purché rispettino standard rigorosi di sicurezza e privacy. Oltre allo Spid, saranno utilizzabili la Carta d’Identità Elettronica e il futuro IT Wallet, un portafoglio digitale progettato per includere vari documenti personali.
In aggiunta, esiste la possibilità per i fornitori di sviluppare app dedicate o altri metodi di autenticazione, a patto che rispettino le direttive dell’Agcom e il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR). Le piattaforme, però, devono garantire sempre che l’utente sia maggiorenne prima di consentire l’accesso ai contenuti.
Queste misure sono in attesa dell’approvazione definitiva da parte della Commissione Europea, ma rappresentano un passo decisivo per la protezione dei minori online. L’Agcom ha sottolineato l’importanza di queste regole come parte integrante di una legge nazionale inizialmente focalizzata solo sui siti pornografici. Tuttavia, la loro portata è stata ampliata per includere tutte le piattaforme con contenuti potenzialmente a rischio. Questo allineamento si riflette anche nei requisiti del Digital Services Act dell’Unione Europea, che impone la verifica dell’età per proteggere gli under 18.
L’implementazione delle nuove regole è prevista per il 2025 e comporterà un cambiamento radicale nel modo in cui gli utenti accedono a determinati contenuti online. Sebbene l’intento principale sia la protezione dei minori, l’iniziativa avrà anche implicazioni significative per la privacy e la sicurezza di tutti gli utenti. Con il crescente uso delle identità digitali e la necessità di proteggere i dati personali, l’approccio dell’Agcom potrebbe servire da modello per altre nazioni che affrontano sfide simili nel mondo digitale.
Prepararsi al cambiamento
In questo contesto, gli utenti dovranno prepararsi a modificare le loro abitudini di navigazione, familiarizzando con l’uso dello Spid e degli altri strumenti di autenticazione digitale. Le aziende, dal canto loro, dovranno investire in soluzioni tecnologiche adeguate per adeguarsi alle nuove normative, garantendo nel contempo un’esperienza utente fluida e sicura. Con l’avvicinarsi del 2025, il panorama digitale italiano si prepara a un’evoluzione che promette di migliorare la sicurezza online, proteggendo i minori e rispettando la privacy degli adulti.