Dal 28 agosto al 7 settembre 2024, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si prepara ad accogliere una selezione avvincente di opere, tra cui tre film di Tenderstories, di grande impatto e profondità. La presenza di Moreno Zani e Malcom Pagani sottolinea il contributo significativo della casa di produzione, che punta a colpire il pubblico con storie che esplorano emozioni e temi complessi.
“Nonostante”, il secondo lavoro del regista Valerio Mastandrea, dopo il fortunato “Ride”, viene presentato in prima mondiale in apertura della sezione Orizzonti. Ambientato in un ospedale, il film si concentra sulla vita di un uomo che, apparentemente, ha trovato rifugio nella propria condizione di ricovero. La sua esistenza scorre tranquilla fino a che l’arrivo di una nuova paziente, contraria alle regole tacite del luogo, lo costringe a confrontarsi con le proprie emozioni represse.
Il cast è di alto livello, con attori del calibro di Dolores Fonzi e Laura Morante che affiancano Mastandrea, creando un mix di interpretazioni potenti. Prodotto da un team di professionisti di spicco, tra cui Viola Prestieri, il film viene distribuito da Bim, e si preannuncia come un’opera in grado di scuotere le coscienze.
Alla base di “Nonostante” c’è un intenso processo di scoperta personale. L’incontro con la nuova paziente rappresenta un catalizzatore che costringe il protagonista a esplorare le sue paure e vulnerabilità. La narrazione invita a riflettere sull’importanza di affrontare le emozioni e di non cercare rifugio nell’apatia o nella neutralità. Infatti, il film si propone di dimostrare come l’accettazione delle proprie debolezze possa portare a una maggiore autenticità e comprensione di sé.
In “Diciannove”, il regista Giovanni Tortorici racconta il percorso di un giovane siciliano, isolato nelle sue insicurezze. La storia si snoda tra Londra e Siena, a testimoniare il conflitto interno di un ragazzo che cerca la propria identità. La narrazione autobiografica tocca corde emotive profonde, e con uno stile fresco e diretto, l’opera esplora l’ingombrante transizione dall’adolescenza all’età adulta.
Il protagonista, interpretato da Manfredi Marini, vive tra dubbi e sogni, rendendosi conto della complessità della vita che lo circonda. Il film affronta tematiche universali come il senso di smarrimento e il desiderio di connessione, utilizzando un linguaggio visivo che riflette la fragilità del periodo che vivono i giovani di oggi.
“Diciannove” mira a restituire una rappresentazione autentica della gioventù contemporanea, unitamente a una critica sociale sottile. Essendo un racconto di formazione, il film invita lo spettatore a interrogarsi sulle proprie esperienze e sulla ricerca di un posto nel mondo. Con un’interpretazione sincera e personaggi ben delineati, si posiziona come un’opera significativa in un contesto cinematografico sempre più attento a tematiche giovanili.
Con “April”, Dea Kulumbegashvili approfondisce le difficoltà legate alla maternità all’interno di un contesto socio-culturale complesso come quello georgiano. La storia segue Nina, una ginecologa che, dopo una tragedia personale, si trova a dover affrontare dilemmi etici e professionali. La narrazione scava nel profondo dei temi legati alla vita e alla morte, mostrando come le scelte personali possano influenzare non solo individualmente, ma anche a livello collettivo.
Il film, caratterizzato da una forte componente emotiva e da una regia incisiva, mette in risalto le sfide quotidiane che affrontano le donne nel loro desiderio di diventare madri, esplorando anche la tematica degli aborti clandestini.
“April” si distingue per la sua cruda sincerità e per la capacità di affrontare argomenti delicati con estrema sensibilità. Attraverso il personaggio di Nina, la regista invita gli spettatori a riflettere sulle aspettative e le responsabilità inerenti alla maternità, sfidando le convenzioni sociali e le stigmi associate ad essi. La storia di Nina diventa così una metafora delle lotte quotidiane delle donne, ponendo interrogativi rilevanti su professione e moralità nella società contemporanea.
Moreno Zani e Malcom Pagani, i fondatori di Tenderstories, esprimono la loro soddisfazione per la partecipazione al festival: “Presentare tre film così intensi a Venezia è un grande onore. Siamo certi che sapranno toccare profondamente il pubblico. L’obiettivo è stimolare una riflessione su tematiche sociali significative, provocando un dialogo necessario.” La dichiarazione sottolinea l’impegno della casa di produzione nel voler affrontare questioni attuali attraverso opere cinematografiche di qualità.