Un appuntamento imperdibile si è svolto a Catanzaro: l’attore, regista e musicista Tim Robbins ha condiviso con il pubblico la sua carriera e le sue esperienze in occasione della presentazione del concerto della Rogues Gallery Band, che si terrà il 2 agosto all’Arena Porto, all’interno del Magna Graecia Film Festival. Durante l’evento, Robbins riceverà la prestigiosa Colonna d’Oro, un riconoscimento che sottolinea il suo contributo al mondo del cinema e della musica.
Tim Robbins ha rivelato il suo approccio personale verso la sua filmografia, paragonando i suoi film ai propri figli. «Qual è il mio miglior film?», si è chiesto, rispondendo con una citazione di Robert Altman: «Guardo ai miei film come ai miei figli, do più amore a quelli ignorati». Con queste parole, Robbins fa capire quanto ci tenga a tutte le sue opere, sottolineando l’importanza di ogni progetto che ha realizzato nel corso della sua carriera.
Robbins non ha potuto fare a meno di ricordare la sua più famosa pellicola, “Le ali della libertà”, affermando che quel film è emblematico dell’epoca d’oro di Hollywood, caratterizzata da registi come Altman, Brian De Palma e Martin Scorsese. Afferma di essere orgoglioso di come quel film abbia toccato il cuore di molti e, nonostante il passare del tempo, continua a sostenere il valore delle sue opere.
Tuttavia, Robbins non ha nascosto le difficoltà che gli artisti di oggi devono affrontare nel panorama del cinema moderno. Raccontando la sua frustrazione riguardo ai finanziamenti, ha detto: «Anche adesso vengono realizzati bei film con molti artisti, ma ottenere i finanziamenti è sempre più difficile» e ha evidenziato l’inarrestabile tendenza verso produzioni dominate da scene di azione e supereroi. Robbins ha espresso con umorismo la sua speranza di incontrare un miliardario disposto a finanziare le sue storie che desidera raccontare.
L’attore e regista ha affrontato anche la questione politica, chiarendo che non intende fare campagna per nessun politico. Quando è stato interpellato sui candidati alle prossime elezioni presidenziali, Robbins ha risposto seccamente con un «No comment». Tuttavia, non ha esitato a esprimere il suo disappunto riguardo alle analogie tra il suo film “Bob Roberts” e l’assalto al Campidoglio. Ha descritto coloro che hanno tracciato questa connessione come «persone perse nell’odio», evidenziando l’importanza di un dialogo costruttivo.
Robbins ha manifestato il desiderio di un clima politico più aperto, in cui anche le opinioni diverse possano coesistere pacificamente. Ha dichiarato: «È estremamente importante capire che noi non siamo degli esperti: dobbiamo continuare a essere degli studenti». Questo approccio riflette il suo intento di promuovere la comprensione reciproca tra le persone, piuttosto che l’ostilità che caratterizza spesso il discorso pubblico.
Quando gli è stato chiesto di esprimere un parere su Kamala Harris, Robbins ha mantenuto le sue posizioni prudenti, suggerendo di chiedere direttamente ai detenuti californiani, ponendo l’accento sulle complesse problematiche relative alla giustizia e alle politiche carcerarie. Con una battuta, ha spiazzato ulteriormente i giornalisti affermando di essersi «pensionato» dal fare campagna elettorale, per concentrare le sue energie su tematiche più urgenti.
Chiudendo il capitolo politico, Robbins ha condiviso una riflessione personale sulle sue paure, in particolare l’isolamento. Ha messo in evidenza come i comportamenti tribali dominino sempre di più la società, affermando che si è persa la cultura del confronto e del dialogo. La sua invocazione a ripristinare la capacità di ascolto è un appello, in un’epoca in cui il dissenso sembra prevalere.
Ha menzionato alcuni dei suoi film preferiti, rivelando un’influenza duratura di grandi cineasti nella sua vita. La sua speranza per il futuro include la terza stagione della serie “Silo” di Apple TV+, dimostrando il suo continuo interesse per il settore cinematografico e televisivo.
Infine, Robbins si è aperto alla sua nuova avventura musicale. Raccontando della sua depressione nel 2008, ha riflettuto su ciò che avrebbe rimpianto di non aver fatto. La risposta è stata chiara: non aver mai registrato la sua musica. È un ulteriore esempio di come l’artista continui a evolversi, abbracciando nuove forme d’arte, aggiungendo profondità alla sua già ricca carriera.
L’appuntamento a Catanzaro sarà un’occasione per vedere Tim Robbins non solo come attore, ma anche come musicista, sotto i riflettori di un’importante manifestazione culturale.